I lati positivi della bicicletta

30 dicembre 2016

 

La bicicletta… Ah, qual buon uomo avrà mai inventato la bicicletta? (Il conte francese Mède de Sivrac, ora lo so. Anche se era chiamata “celerifero”, ed era senza pedali né manubrio – come si può vedere nella bellissima fotografia qua sotto).

Già, come si sarà capito io amo le biciclette. E se prima era un sentimento quasi completamente senza fondamenta, senza veri motivi alla sua base, un semplice “mi piace perché è bella e divertente”, ora – invece – ho delle certezze. Ora ho scoperto i veri lati positivi che ci sono nell’utilizzarla quotidianamente. Ora che la uso anche quando piove (almeno finché non diluvia), quando le temperature si avvicinano allo zero (o passano al negativo) e quando c’è il vento (una volta ci ho rinunciato – lo ammetto – in una giornata in cui la velocità del vento aveva superato i 100 km/h).

celerifero
Un celerifero, il precursore della bicicletta

 

Il vento non ci fermerà

Ho sempre sentito parlare di una strana e potente capacità del vento: non lasciarti avanzare nemmeno in discesa. Devo essere sincera, ho sempre creduto la gente esagerasse un po’. Cosa normalissima, tutti allarghiamo sempre i confini dei nostri racconti. Quando sentivo queste storie, mi divertivo comunque sempre ad immaginare come potesse svolgersi una scena del genere. Finché non è successo anche a me.

Vivere ad Amsterdam significa fare pace col vento. Una volta odiavo il vento, per quanto leggero potesse essere. Ora, invece, so che la mattina devo uscire in anticipo di casa perché – almeno la metà delle volte – mi tocca pedalare controvento e metterci 5 minuti in più del previsto ad arrivare al lavoro (lo so, sembra poco, ma in questa città 5 minuti sono tantissimi). Il tutto, lottando contro il vento e facendomi crescere delle gambe che anche le migliori donne palestrate se le sognano di notte. Ma – evidentemente – ho sempre pedalato in piano. Pochi giorni fa, invece, stavo andando a trovare degli amici. Il vento, ovviamente, sempre presente. Uso tutte le mie forze per avanzare. Ad un certo punto, vedo iniziare davanti a me una discesa. Una bellissima discesa che mi avrebbe permesso di rilassarmi qualche secondo. Tiro un sospiro di sollievo, stanchissima, smetto di pedalare e… immobile! Muovo di nuovo i pedali e… fatica!

Non credevo alle mie gambe. Era vero. Ma insomma, in fin dei conti questa cosa è più che positiva: dopo tutte quelle calorie usate per raggiungere casa loro, ho potuto mangiare tutte le fette di torta che ho voluto – senza affatto sentirmi in colpa.

 

Freddo?

Quando cresci in un piccolo paesino montano, c’è una cosa alla quale ti abitui sicuramente: il finestrino congelato della macchina. Da novembre in poi, esci di casa la mattina e sai che dovrai perdere 10 minuti della tua vita a tentare di eliminare il ghiaccio dai vari finestrini. Quindi, munito di apposita spatola antigraffio e guanti anti congelamento, ti metti al lavoro. Terminando con una mano comunque congelata e una macchina che sembra un freezer con le ruote. Una delle cose peggiori da fare a inizio giornata.

La soluzione, decisamente, è la bicicletta. Perché:

  • se proprio devi scongelare qualcosa, è la tua faccia all’arrivo;
  • il freddo fa bene alla circolazione – dicono;
  • sei sempre in movimento e quindi – almeno per il freddo che c’è stato finora – non hai mai davvero così tanto freddo;
  • l’unica cosa che ti può succedere è che ti venga un attacco di cagotto per via del sellino congelato sul quale ti siedi ogni giorno (non mi è ancora successo, troppi pochi giorni di vero freddo);
  • MA, soprattutto: non perdi quei 10 minuti della tua vita.

 

Ma ciò che più conta, è il piacere di rischiare

Tutto questo è bellissimo. Ma vogliamo mettere il rischio che c’è nell’avere una bicicletta come unico mezzo di locomozione?

A partire dal momento dell’acquisto, quando devi riuscire a ponderare la scelta tra qualità, bellezza e prezzo. Una bici troppo vecchia, ti farà perdere più tempo negli spostamenti. Una troppo nuova e ben messa, ti verrà rubata in men che non si dica. Una bicicletta troppo brutta, non ti farà mai affezionare fino in fondo.

Poi c’è il rischio che si corre ogni volta che non trovi un palo al quale legarla. Il cuore batte tantissimo al momento di andare a riprenderla. E la gioia è incredibile quando scopri che nessuno se l’è portata via.

Ed infine – tralasciando i rischi della strada, ovviamente – c’è il rischio di andare in biblioteca a studiare per una misera oretta e ritrovarsi a tornare a casa a piedi, inaspettatamente, nonostante la tua bici sia sempre lì, nel punto dove l’hai lasciata. Come è successo a me oggi, per esempio, quando ho ritrovato la mia bicicletta legata – oltre al palo – ad un’altra bicicletta. Chissà chissà se domani la mia bicicletta ancora lì sarà.

Buon fine anno!

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