Scooter e biciclette che amano mescolarsi

24 ottobre 2016

 

The Dutch life

Sono già passate più di tre settimane dal mio arrivo e inizio a rendermi conto che mi sto abituando completamente alla vita qua. Prendere ogni giorno bicicletta e traghetto per andare al lavoro, per esempio, non sono più un’emozione ma un qualcosa di normale – anche se pur sempre spettacolare… credo davvero la bicicletta sia il mezzo ideale per me. Inoltre, qualche parolina per strada la riesco a comprendere, per quanto siano solo cose come “Buongiorno”, “Grazie” e “A presto”. Domani inizio addirittura un corso di canottaggio, per farvi capire quanto mi senta a mio agio sui canali di Amsterdam.

Crisi d’identità

Ci sono però delle differenze alle quali faccio ancora fatica ad abituarmi. Una di queste sono gli scooter. Sulle ciclabili. Con le persone senza casco. Il primo giorno credevo di aver sbagliato città ed essere atterrata a Napoli. Mi è bastato qualche minuto e un po’ di buon senso per rendermi conto che in tantissimi viaggiavano in quel modo sulle ciclabili e che quindi – forse – era una cosa non solo normale, ma anche legale.

Ed effettivamente lo è. Alcuni scooter – quelli con la targa azzurra – sono autorizzati ad avere crisi d’identità e ad immedesimarsi in una bicicletta. L’unica differenza è quella che i passeggeri si siedono normalmente. Perché, invece, sulla bicicletta il passeggero sale saltando – in corsa – e sedendosi trasversalmente (non ho la minima idea di come facciano. Io ci ho provato e non ho avuto grandi risultati).

Tornando agli scooter sulla ciclabile… Tu pedali allegramente sulla tua corsia e davanti a te c’è un ciclista troppo lento (come sempre d’altra parte, l’80% di loro sembra stia andando a passeggio) e decidi di superarlo. Guardi alla tua sinistra, non sta arrivando nessuno e continui tranquillo. E invece no! Sarebbe troppo bello. Quel rumore di sottofondo, quel ronzio che si avvicina, non è un normale scooter sulla strada alla tua destra. No no, è uno scooter dietro di te. Anzi, ormai accanto a te, che supera insieme a te. E che ti risveglia dalla tua pedalata idilliaca e ti fa prendere un gran spavento.

Tre settimane. E ancora oggi la metà delle volte rischio un incidente.

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