È come essere tutti i giorni in gita

26 gennaio 2017

 

Lo continuo a ripetere – e mai smetterò di farlo: gli stereotipi hanno sempre un fondo di verità. Spesso, a dirla tutta, non davvero solo il fondo. La maggior parte delle volte – infatti – descrivono perfettamente la realtà dei fatti.

Prendiamo l’esempio di noi italiani. Tutti – perlomeno qua al nord – pensano a noi come un popolo romantico e un popolo che pensa solo alle bellezze della vita (mangiare, sole e relax – principalmente). Ogni volta – dopo aver lasciato la gente sognare l’Italia per qualche minuto con i cuoricini negli occhi (davvero, si illuminano gli occhi a tutti non appena svelo la mia nazionalità) – rispondo prontamente che in parte è vero, ma che non è tutto come credono. Perdo del tempo a spiegare l’enorme differenza che c’è tra le varie regioni, racconto della storia del Trentino, del nostro essere quasi tedeschi. Parlo, parlo, parlo. Provo a far capire che, per quanti problemi possiamo avere, non si ferma davvero tutto lì. E tutto questo per poi finire col rispondere al vicino d’ufficio finlandese – ad inverno non ancora concluso – che le cose che mi mancano di più dell’Italia sono: “uhm… sun and food, for sure”!

 

Addio vitamina D

Certo, già a dicembre me n’ero resa conto: qua il sole non è abbastanza forte per essere davvero parte della tua vita. Se c’è, è talmente bravo da mimetizzarsi che non lo vedi comunque. Come se non bastasse, stare tutto il giorno chiusa in un ufficio non aiuta di certo. Ebbene si, credo di iniziare a sentirne la mancanza. Ogni tanto, la mattina, mi guardo allo specchio e mi vedo di un bel colorito pallido. La luce fa sempre più male agli occhi, quelle poche volte che il sole si fa vedere. Il cielo è sempre grigio e si sa, a me piacciono i colori più accesi. Ora capisco i turisti olandesi che si fanno le vacanze al Lago di Garda.

 

Il cibo come fonte di sopravvivenza

Ci sono due modi diversi di considerare il cibo: uno come fonte di pura sopravvivenza, mentre il secondo come piacere quotidiano. In tutta la mia vita, ho sempre optato per la seconda opzione. Ho sempre mangiato salutare, non ho mai rinunciato al bis, non mi sono mai abbuffata di schifezze ma tante volte di sushi o altro. Tranne giorni particolari, ho sempre seguito la regola dei 3-5 pasti al giorno… e via dicendo. Insomma, apprezzo il cibo.

E poi, d’improvviso, mi basta atterrare in mezzo ai biondi per far saltare tutto in aria. Non solo la cena è diventata un optional – senza starvi a spiegare il perché. Ma, inoltre, c’è questa cosa chiamata pranzo – che invece è sempre presente, e in abbondanza. Pranzo servito direttamente al lavoro. A buffet – e io ho davvero un serio problema con i buffet: vedo cibo, e non riesco a lasciarlo li. Di conseguenza, finisce che mi abbuffo sempre. Ma c’è di più, e questo qualcosa di più si chiama panino imbottito.

La sala da pranzo è pavimentata interamente con erba finta, contornata da tavoli di legno, rete da badminton, tavoli da ping-pong e biliardini, e… Tre giorni su cinque: panini! Che mi è anche andata bene – a dirla tutta – visto che il mio capo si lamenta perché li vorrebbe tutti i giorni. Insomma – gli olandesi sono così, a loro piace vivere la vita come fosse un eterno picnic.

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